L’Ungheria torna a bloccare il sesto pacchetto di sanzioni dopo l’accordo del consiglio europeo.
Dopo aver posto il veto sull’embargo al petrolio, Orbàn mette di nuovo i bastoni tra le ruote all’Ue. Durante il consiglio europeo straordinario i 27 paesi erano giunti al compromesso sul petrolio che metteva d’accordo tutti. Ma ora sorge un’altra questione riguardo alle sanzioni: per l’Ungheria non devono colpire il patriarca Kirill.
Budapest blocca tutto a pochi passi dal via delle sanzioni: il capo della Chiesa ortodossa russa deve essere escluso dalla lista nera dell’Ue. Il Patriarca Kirill è considerato un alleato di Putin di lunga data, quasi come un personaggio che ricopre ruoli istituzionali che religiosi. Inoltre, ha sin dall’inizio dell’invasione appoggiato la folle aggressione russa contro l’Ucraina. Per questo rientra tra gli oligarchi russi da colpire con le sanzioni.
Ma ancora una volta l’Ungheria fa da opposizione all’interno dell’Ue ostacolando i suoi piani e rallentando ogni processo. Come sempre serve l’unanimità per l’approvazione e basta il veto di Budapest per fermare tutto. Per questo, gli altri 26 stanno seriamente pensando ad un’approvazione senza il sì del magiaro e procedere con un’esclusione dell’Ungheria dall’Ue.
Orbàn ricatta gli altri 26
Sembra sempre più che Orbàn stia facendo gli interessi di Putin all’interno dell’Ue, anche solo per fargli guadagnare tempo. Ma pare arrivato il tempo che il resto dei 26 paesi non si faccia ostacolare da un solo paese, tra l’altro che ha i fondi bloccati dalla Commissione a causa delle violazioni dello stato di diritto. Il pensiero di Orbàn è molto lontano da Bruxelles e la sua permanenza all’interno dell’Unione può essere arrivata al capolinea e con questo nuovo veto il suo addio potrebbe essere più vicino.
La maggior parte dei paesi fondatori dell’Ue sono stanchi di essere minacciati da Orbàn. Francia, Italia, Germania e Spagna i Paesi Bassi sono i più decisi per un’espulsione dell’Ungheria dall’Ue. Come ha sottolineato Macron: “La pazienza è finita”. Inoltre, il vecchio continente non sta facendo una bella figura venendo ricattata dall’Ungheria per una questione che è un chiaro ed esplicito appoggio al Cremlino.